Che cos’è l’amianto? Un Tabù, ma è meglio che se ne parli, spargi la voce e condividi questo articolo ovunque!
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L’asbesto, chiamato comunemente amianto, è un insieme di minerali di consistenza fibrosa, purtroppo, cancerogeni. Per diventare amianto i minerali di partenza devono subire particolari processi idrotermali a bassa e temperatura. È tipicamente formato da singole fibre, 1300 volte più sottile di un capello umano. Non esiste, ad oggi la conoscenza, di una determinata soglia di rischio al di sotto della quale la concentrazione di fibre di amianto nell’aria non sia pericolosa: si sa solo che un’esposizione prolungata nel tempo o a elevate quantità dello stesso, aumenta significativamente le probabilità di contrarne le patologie associate, di cui prima.
Che cos’è l’amianto? Ha eccellenti proprietà fisico – chimiche
Le eccellenti proprietà fisico – chimiche, oltre ad essere molto economico a livello di estrazione rispetto all’indotto del business, ne hanno favorito un massiccio impiego nell’industria, nell’edilizia ed anche in molti prodotti di uso comune. (Ahimè a discapito però delle persone, come ho già detto!)
La sua resistenza al calore è molto alta, è pertanto ignifugo, e la sua struttura fibrosa ne hanno reso comune l’utilizzo come materiale per molteplici impieghi. Possiede vaste qualità di fono assorbenza, è resistente alle aggressioni chimiche e fisiche, nonché è facilmente filabile.
Che cos’è l’amianto? È nocivo per la salute.
Ma la sua ormai accertata nocività per la salute ha portato a vietarne l’uso in molti paesi.
L’amianto è stato utilizzato fino agli anni ottanta nell’ambito industriale, edile e privato. In particolare, sia come isolante termico nei cicli industriali, sia a fini anti-incendio, laddove vi erano ambienti con altissime temperature, come le navi. Lo si spruzzava addirittura negli edifici industriali e civili (in particolare per quelli aperti al pubblico). Veniva usato nei mezzi di trasporto, nonché in manufatti di forme varie, in funzione dell’utilizzo, nei filati e nei tessuti.
Che cos’è l’amianto? Ecco in quali settori è utilizzato.
Nell’industria per la costruzione di navi, ad esempio di portaerei e di treni. Si trovava nelle tute dei vigili del fuoco, nelle auto (vernici, parti meccaniche, materiali d’attrito per freni e frizioni di veicoli e guarnizioni) e anche per la fabbricazione di corde, plastica e cartoni.
Nell’edilizia, soprattutto per la coibentazione di edifici e tetti. Il materiale da costruzione sotto forma di composito fibro-cementizio, noto anche con il nome commerciale Eternit, è stato utilizzato per fabbricare tegole, pavimenti, tubazioni, vernici e canne fumarie. Per intenderci, ricordi le classiche “onduline” o le lastre piane? Ecco, quelle erano fatte di cemento-amianto, impiegate come coperture, controsoffitti e pannelli divisori. Era poi impiegato in manufatti vari (vasi, sedie da giardino, cucce per cani, etc.), comignoli per camini, mattonelle in vinil-amianto e pavimentazione, nonché nei prefabbricati.
Per quanto concerne l’uso privato, veniva inserito nei ferri da stiro, asciugacapelli, pentole e sottopentole. Altro uso diffuso era come componente dei ripiani di fondo dei forni per la panificazione. E ancora, lo si trovava nella carta da parati e nei scaldabagni. Inoltre la polvere di amianto è stata largamente utilizzata come coadiuvante nella filtrazione dei vini. Infine, persino, nei giocattoli: chi non ha in mente il famoso “DAS” o il “dolce forno” degli anni ‘70? Anche lì era presente.
Che cos’è l’amianto? I medici iniziano a sospettare qualcosa.
Il primo paese al mondo a usare cautele contro la natura cancerogena dell’amianto, tramite condotti di ventilazione e canali di sfogo fu il Regno Unito, fin dal 1930, a seguito di pionieristici studi medici che dimostrarono il rapporto diretto tra utilizzo di amianto e tumori.
Tre anni dopo, la Germania riconobbe il cancro al polmone e il mesotelioma, come conseguenza dell’inalazione di asbesto. Previse un risarcimento per i lavoratori colpiti.
Il primo stato a bandire l’amianto fu l’Islanda, nel 1983 e, attualmente, oltre 50 paesi nel mondo ne hanno vietato l’utilizzo.
Che cos’è l’amianto? Da noi abbiamo agito con estremo ritardo.
L’estrazione, la produzione e la lavorazione nei compartimenti industriali, nonché la vendita, sono fuori legge in Italia dal 1992, con estremo ritardo rispetto a tutti gli altri paesi.
La norma Nr. 257 del 1992, oltre a stabilire termini e procedure per la dismissione delle attività inerenti all’estrazione e alla lavorazione dell’asbesto, è stata tuttavia la prima a occuparsi dei lavoratori esposti all’amianto.
All’art. 13 ha introdotto, infatti, diversi benefici consistenti: sostanzialmente in una rivalutazione contributiva del 50% ai fini pensionistici, dei periodi lavorativi comportanti un’esposizione al minerale nocivo. In particolare è stato previsto: per i lavoratori di cave e miniere di amianto, a prescindere dal tempo dell’esposizione, per i lavoratori che abbiano contratto una malattia professionale asbesto-correlata, in riferimento al periodo di comprovata esposizione, e per tutti quei lavoratori che siano stati esposti per la durata superiore ai 10 anni.
In seguito alla normativa indicata nel 1995, venne stabilita una procedura amministrativa che vedeva coinvolto l’ente l’INAIL, per l’accertamento dei presupposti di legge per il riconoscimento dei predetti benefici previdenziali. Nello specifico, l’INAIL procedeva all’accertamento dei rischi presso lo stabilimento del datore di lavoro tramite professionisti interni inquadrati nella CONTARP (Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione).
Che cos’è l’amianto? Finalmente si attesta l’esposizione all’amianto.
Sulla base della positività di esposizione e dei curricula professionali dei lavoratori, venivano quindi rilasciati agli stessi gli attestati dell’eventuale periodo di avvenuta esposizione all’amianto.
Tuttavia, prima degli anni ottanta i curricula non erano archiviabili in formato digitale e, soprattutto nel settore marittimo, il cambio di bandiera di molte compagnie è stato causa di difficoltà nel recuperare gli attestati di servizio. In più, con la rottamazione delle navi finivano al macero anche gli archivi.
In assenza di un parere rilasciato dai professionisti INAIL, il singolo lavoratore può incontrare serie difficoltà nel documentare la propria esposizione all’amianto, deve pertanto, ricorrere spesso ad un accertamento giudiziale.
Ed è quindi che subentra la nostra figura, come professionisti e, laddove, è necessario, arriviamo come studio professionale persino negli Stati Uniti, al fine di affiancare le vittime o i parenti con la propria lotta.
Il nostro studio mette a disposizione in maniera GRATUITA il suo database per ricercare le navi killer zeppe d’amianto, il database è in continuo aggiornamento.
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